Pioggia, freddo, campi pesanti dove c'è più fango che erba, spogliatoi senza l'acqua
potabile, buoni solo per fare la doccia. Per la sete dei 90 minuti bisogna passare dal
bar e comprare le bottigliette.
Trasferte infinite, con la noia per il viaggio e la paura di una partita persa per colpa
della neve che blocca l'autostrada.
La stanchezza per gli allenamenti, lo stress degli infortuni, ripagati unicamente dalla
gioia di una vittoria.
Viviamo in un periodo difficile per il nostro paese, dove la crisi economica penalizza soprattutto le donne
nel mondo del lavoro e nella vita di ogni giorno.
I media parlano di raccomandazioni e scandalose scorciatoie, che sembrano strade per arrivare al succes-so.
La fatica delle cose di ogni giorno, sembrano inesistenti per chi non le fa mai.
L'esempio di queste atlete sono un respiro di aria fresca, in un mondo corrotto.
I loro sorrisi per una bella parata o per un gol decisivo, le lacrime per la sconfitta,i loro ringraziamenti all'allenatore o ai genitori e compagni, sono un promemoria da ricordare.
Le donne chiedono opportunità, ma i loro meriti dovrebbero essere riconosciuti come
meritano.
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